Se uno volesse tener fede allo Zeitgeist, lo spirito dei tempi, per dirla coi tedeschi, allora ci sarebbe da fare un gran parlare – come se per caso già non se ne facesse – di crisi. Ma non tanto la crisi che appunto affolla lo spirito dei tempi di Google. Quanto proprio quella concettuale. La crisi, sostanzialmente, evidenzia la normalità.
O meglio: evidenzia la nostalgia della normalità. Quanto ci manca la normalità, quando viviamo una crisi! Serve che ci faccia tanto male un dente perché dopo, guarito quello, si apprezzi la nostra bocca ordinata. Serve che ci passi il mal di testa per capire quanto sia speciale la normalità. Insomma, la crisi forse ci fa male proprio per ammonirci, per redarguirci, per insegnarci.
Ma questo si sapeva. Io volevo dire che anche in regime di normalità dovremmo ricordare sempre la nostra cosiddetta e retoricissima fortuna o comunque credere che si possano cogliere un bel po’ di opportunità.
Per esempio potremmo finalmente provare a tendere un po’ al bello, quando non addirittura al poetico. Tipo sei lì che non ti scappa più nessun bisogno fisico ed hai una temperatura corporea accettabile e hai fatto quel che dovevi fare e hai ottemperato un bel po’ e allora fatti sto slancio di cosa strana. Pensa un po’ innovativo per un attimo; butta là una frase che sconquassi, che faccia pensare; stupisciti stupendo; una manciata di gocce di acqua fresca; un succo di limone aspro aspro; una cosa come un frutto esotico o la mela verde che fa crunch quando la mordi. Insomma, una cosa che svegli un po’, che faccia sembrare la normalità una cosa molto bella, anche senza necessariamente aver appena passato una crisi. C’è del bello anche nella stasi, insomma, però dobbiamo pensarci noi.
E se non riusciamo a dirla, una cosa bella, allora facciamola. E se non riusciamo a farla, allora pensiamola. Insomma, avviciniamoci quanto più possiamo al bello, al bello sempre, non solo a quello della nostalgia.
Che poi si sa che la nostalgia è canaglia.
PuroNanoVergine ha detto:
Condivido e sottoscrivo il tuo post al 100%.
Proverò a tendere al bello, al poetico, anche nei periodi di stasi, ovvero da domani (al massimo lunedì) vista la temperatura corporea non accettabile e la turbolenza intestinale (che mi tengono compagnia da l’altro ieri :-)).
silvia ha detto:
(e pensare che mi stavo quasi arrabbiando per tutto questo tempo di silenzio…)
post bellissimo, io tendenzialmente preferirei il bello all’addirittura poetico, ma questo perchè spesso il poetico o mi sembra sdolcinato o non lo capisco, ma comunque va bene lo stesso.
mi piace soprattutto quella parte del “se non potete dirla fatela, se non potete farla pensatela”: ognuno con i suoi mezzi, l’importante è metterci ognuno la propria goccia…
potrebbe essere una sorta di nuovo proposito per l’anno nuovo, anche se io ho sempre odiato i nuovi propositi per gli anni nuovi, vedremo!
Anonimo ha detto:
Signori, grazie mille per la presenza nonostante la latitanza. Volevo chiedervi: vi chiede obbligatoriamente di mettere mail et similari per commentare? Io ho cercato per come posso di impostare di non chiedere e niuno e accetttare ogni commento senza moderazione. Spero sia così, altrimenti che cazzo di piazza è?
silvia ha detto:
a me lo chiede ancora, però ho visto che si vede che in base alle impostazioni di firefox che ho su cronologia e robe varie mi tiene memorizzati nel modulo sia mail che nome che sito, quindi in realtà no problem.
PuroNanoVergine ha detto:
No, nessuna richiesta.
Fra l’altro riconosce il mio nick e il blog personale nonostante provenga da blogspot (sto usando Internet Explorere 8)
PuroNanoVergine ha detto:
Volevo scrivere IE 8 ed è uscita una “faccina”.
Anonimo ha detto:
Dai, bene, speriamo che sia poco invasivo. E’ che anche a veder lì i campi che fanno finta che devono essere riempiti, magari l’utente medio internettiano pensa, giustissimamente “che due maronelle” e non procede.
Insomma, una specie di deterrente virtuale.