Che il giudicio uman spesso erra me l’aveva già detto cinquecento anni fa il mio Ludovico, che c’entra? Non è che se sai le cose, allora poi sei a posto! Io a Parma in un modo o nell’altro dovevo andarci. Ad averci l’ADSL si poteva pure mandare il file della tesi per mail, ma così mi sono fatto Valiant piccione viaggiatore e via discorrendo. Beh, ma non è questo il punto. È che ho scelto apposta di essere lì appena avrebbero aperto per molteplici fattori: un po’ perché così credevo di esser meglio ascoltato e capito, che non ci sarebbe stato casino (sbagliavo su tutta la linea); un po’ per evitare di prendermi le maledizioni del solleone, che io sono stato concepito all’ombra, mi sa; e molto perché speravo che Parma alle nove di mattina non fosse così pericolosa.
Era da molto tempo che mi dicevo un sacco di cose curiose come saggezza, serenità, autarchia, distacco, terzietà e vattelapesca. Insomma, mi dicevo in un buona sostanza che era meglio non uscire là fuori, che è un brutto mondo pieno così di donne belle.
Invece niente. Ragazzi, non si scherza. È roba da star male. In Pilotta si stava allestendo un palco e ad un certo punto ho notato, non so come abbia fatto, che tutti gli operai erano rimasti come statue di sale, chi aveva ancora in groppa un mattone, chi aveva un piede sù e uno giù da una scala, chi stava per precipitare dal tetto. Tutti a mirare lo stesso spettacolo.
Ma non so se sia una fortuna oppure no, fare degli incontri così. Secondo me è più roba da star male.
Poi fate voi.
Era da molto tempo che mi dicevo un sacco di cose curiose come saggezza, serenità, autarchia, distacco, terzietà e vattelapesca. Insomma, mi dicevo in un buona sostanza che era meglio non uscire là fuori, che è un brutto mondo pieno così di donne belle.
Invece niente. Ragazzi, non si scherza. È roba da star male. In Pilotta si stava allestendo un palco e ad un certo punto ho notato, non so come abbia fatto, che tutti gli operai erano rimasti come statue di sale, chi aveva ancora in groppa un mattone, chi aveva un piede sù e uno giù da una scala, chi stava per precipitare dal tetto. Tutti a mirare lo stesso spettacolo.
Ma non so se sia una fortuna oppure no, fare degli incontri così. Secondo me è più roba da star male.
Poi fate voi.
utente anonimo ha detto:
per la serie : gli incontri che cambiano la vita… in senso lato..
incontrare una bella figura, così come il colore di una foglia, il calore del sole (che ho intuito a te non piaccia tanto),un gesto poco garbato, incidono una sensazione dentro di noi che, anche se la memoria tende a cancellare, arricchisce il nostro percorso di tante piccole sfumature.. e tanto + è inaspettato e forte l’impatto, tanto + ci porterà ad elaborare delle riflessioni.. e ben vengano queste ispirazioni di pensiero!!!
credo sia stato tutto una gran fortuna…
crudelia
avvelenato82 ha detto:
Povero sole! Non è che non mi piace. È che probabilmente io piaccio poco a lui! È tutta una questione di sopravvivenza: alle 9.15 la signora della copisteria mi ha pregato di restare lì ancora per almeno una mezz’ora – era appena arrivata – tanto da poter stampare una bozza e verificare insieme le cose. Ma io le ho detto che se non fossi scappato all’istante, non avrei avuto nemmeno la possibilità, un giorno, di discutere la tesi. Io non lo so la gente come fa a non essersi ancora sciolta del tutto. Ma che sostanze c’avete, in città?!?!?!
Più che un incontro, nella fattispecie sono stati diversi “scontri”; primo fra tutti quello epocale della Pilotta. Ma sono robe che è meglio non vedere, secondo me. Fa male agli occhi e poi si fa la fine di Icaro, in un modo o in un altro.
Per niente.
utente anonimo ha detto:
Moderna Medusa, questa giovane fanciulla. E se ti conosco abbastanza, il colore dei capelli già lo so, il resto vedrò di immaginarlo.
Non c’entra tantissimo, ma come si dice un post è bello se “ti spunta”, cioè se offre spunti da cui partire a pensare. E così leggendo quel tuo concepito all’ombra mi è venuto da pensare a quanto sia magnifica la nostra lingua. Cambiando una sola preposizione e scrivendo concepito per l’ombra ecco che ti salta fuori una cosa che ha ben due significati, uno attivo (il tuo) e l’altro passivo. Sarà che mi esalto con poco, ma per me questa è tanta roba.
Ah, poi mi sarebbe pure venuto in mente questo, ma non so se conta.
Bongio
avvelenato82 ha detto:
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che quelli di oggi sono stati solo incontri “larvali”. Le famose passanti di cui parlavano già Brassens e De André. Io mi limitavo a constatare il loro ed il mio essere in vita nello stesso posto e nello stesso istante.
E comunque Bongio hai sbagliato: quella che creava scompensi in Pilotta era castana. L’avresti mai detto? ;-P
Beato te che non l’hai vista!! Altro che scudo, che ci voleva!
Per i giochini linguistici sono d’accordo con te: avremo tempo di non essere più entusiasti quando saremo morti. Adesso è meglio sprecarne poco o punto.
utente anonimo ha detto:
“A una Passante” di Charles Baudelaire
Ero per strada, in mezzo al suo clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l’orlo della sua veste sollevò con la mano.
Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d’una scultura antica. Ossesso, instupidito,
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.
Un lampo..e poi il buio! – Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m’hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,
che altrove, là, lontano – e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t’avrei amata, e so che tu lo sai!
Tipo così? 🙂
Vale
avvelenato82 ha detto:
Mi pare che Carletto abbia saputo scrivere cose decisamente migliori. Poi vabbeh, c’è il problema della traduzione.
Di per me, alludevo più a cose così:
E magari sei l’unico a capirla,
e la fai scendere senza seguirla,
senza averle sfiorato la mano.
[…]
Immagini care per qualche istante,
sarete presto una folla distante,
scavalcate da un ricordo più vicino:
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste,
dei baci che non si è osato dare,
delle occasioni lasciate ad aspettare.
Degli occhi mai più rivisti.
Insomma, pensavo più a una sciocchezza così..
utente anonimo ha detto:
Beh, del resto si sa… La bellezza di una rosa è semplicemente bellezza, la bellezza di una donna è dolcemente crudele…
“Concepito all’ombra”… ah ah! non l’avevo ancora sentito… Non al chiuso, ma all’ombra! Per quanto ti riguardo penso proprio che calzi a pennello!
Comunque sia, a proposito di bellezze sui tacchi, credo che sia sempre meglio vederle certe cose, piuttosto che immaginarle… Tanto quello che non vediamo lo immaginiamo. Ma vogliamo mettere?