Come se quel pupo nella grotta
ci cambiasse poi qualcosa:
c’è da toglier la statuetta
del buon Giuseppe e la sua sposa.
Quelle bestie non contente
m’han mangiato tutto il fieno
e sono piene le giovenche
(sarà stato il nazareno?)
Ecco ancora per Natale
un modo nuovo e un mondo uguale
una spugna lava e scorda
il vino azzera la memoria
gli altri anni stessi motti
altre fini e ad altri botti
grandi colpi molte scene
poche gioie e tante pene.
Con la pistola gira il bimbo,
gliel’ha presa il suo papà
domani spara al biondo
che ci prova con la Frà.
Un profumo invece ha avuto
il moroso di Pasquale
la promessa d’un mandato
sogna Silvio e’l Quirinale.
Ecco ancora per Natale
un modo nuovo e un mondo uguale
una spugna lava e scorda
il vino azzera la memoria
gli altri anni stessi motti
altre fini e ad altri botti
grandi colpi molte scene
poche gioie e tante pene.
“Siate come la luna del cielo:
del sole soltanto un lucente riflesso”.
Siate come le suore col velo,
non indugiate nelle spire del sesso.
Il cobra, si sa, è roba da preti,
di chi tanto vuole e agogna e si strugge
fra prieghi e lamenti e solenni divieti
e la linfa d’un bimbo alla fine poi sugge.
Ecco ancora per Natale
un modo nuovo e un mondo uguale
una spugna lava e scorda
il vino azzera la memoria
gli altri anni stessi motti
altre fini e ad altri botti
grandi colpi molte scene
poche gioie e tante pene.
zoestyle ha detto:
Tantissimi auguri
zoe*
utente anonimo ha detto:
Trovo molta verità in questa poesia, come del resto in molti dei tuoi ultimi post. Trovo una persona sincera, che non ha paura a pubblicizzare un diffuso malcostume di tante buone apparenze e velenifere sostanze.
Mi sembra che ogni strofa faccia un po’ capo a sè, con una caratteristica che la distingue dalle altre. Mi piace l’ironia sul bimbo viziato con giocattoli troppo pericolosi, e il solito piagnisteo per vittime dei botti (giusta l’elezione a ritornello di quella strofa). Forse avrei lavorato un po’ di più sulle rime, qualche assonanza mi sembra un po’ forzata (tipo quella fra scorda e memoria). C’è poi una cosa che non mi è chiara, nella prima strofa: ci sono le bestie che mangiano il fieno e si saziano.. ma non capisco cosa c’entri il nazareno. Vuoi dire che forse è proprio perchè è Natale le giovenche ci copiano riempiendosi la pancia come facciamo noi?
E’ una poesia natalizia decisamente anticonformista. Ma del resto, nessun altro poteva esserne autore se non tu. Spero che post come questo non vadano a intermittenza come le luci dell’albero.
A presto,
Bongio
avvelenato82 ha detto:
Mi pare fin troppo chiaro: il dubbio è che sia stato il nazareno a riempirmi le giovenche, no? Ovviamente non riempite di cibo. Riempite, incinte! Averlo ospitato nel presepe così si è rivelato solo dannoso. Il bue e l’asinello mi han fatto fuori il fieno, lui invece se l’è spassata di brutto con le mie vacche..
utente anonimo ha detto:
Mumble, mumble.. Resto ancora abbastanza dubbioso, sarà che sono ingenuo. Avrei pensato a quel che dici se il personaggio in questione fosse stato almeno un uomo, non un bambino. In queste condizioni, riesco solo a ipotizzare ciò che ho già scritto, mi spiace.
Bongio